Il Dr. Albert Einstein morì il 18 aprile 1955 all’ospedale di Trenton in New Jersey. Come da sua volontà fu cremato senza cerimonia il giorno stesso e le ceneri sparse in un luogo imprecisato. Tuttavia il corpo arrivò all’appuntamento con la cremazione incompleto in quanto il cervello era stato rimosso.
Ora si trova in un contenitore di plastica, immerso nella formaldeide, nel laboratorio del Dr. Thomas Harvey, il medico incaricato di eseguire l’autopsia sul corpo di Einstein. Durante questa operazione rimosse il cervello e lo conservò.
Il Dr. Harvey divenne molto protettivo nei confronti del prezioso cimelio, e lo suddivise in 240 porzioni, che dispose in vari contenitori presso la sua abitazione. Nonostante fosse in possesso del cervello di Einstein, per molti anni non divulgò alcuna informazione a riguardo, dichiarando di non essere in grado di trovarvi nulla di inusuale.
Con il passare del tempo cedette molti campioni del cervello di Einstein a vari ricercatori. Uno di questi, il Dr. Marian Diamond dell’Università di Berkeley, ne scoprì delle caratteristiche interessanti.
La fitta rete di neuroni del un cervello è sostenuta e nutrita da cellule chiamate cellule gliali. Il Dr. Diamond mise a confronto la percentuale di cellule gliali del cervello di Einstein con quelle di altri uomini che morirono alla stessa età e trovò che in Einstein ve ne erano circa il 73% in più rispetto alla media. Ciò poteva significare probabilmente che i suoi neuroni avevano un metabolismo più intenso; necessitavano e consumavano quindi più energia.
Per anni il Dr. Harvey portò con se il resto del cervello ogni volta che si spostava, finché nel 1996 cedette tutte le parti rimanenti al Dr. Elliot Krauss, che lo sottopose ad accurati esami. L’accesso per fini scientifici fu esteso anche altri studiosi e presto le ricerche evidenziarono che il cervello di Einstein era caratterizzato da ben altre particolarità.
Si scoprì che il suo cervello era del 15% più grande della norma, per via del fatto che la corteccia parietale inferiore per entrambe gli emisferi era molto più sviluppata del normale. Questa caratteristica avrebbe dato ad Einstein delle capacità di immaginazione visiva particolarmente spiccate, in quanto le regioni del cervello sovradimensionate sono principalmente responsabili della cognizione visivo-spaziale, pensiero matematico e figurazione del movimento.
Scoprirono inoltre che il cervello di Einstein in quella regione era meno attorcigliato su se stesso rispetto al solito, dando la possibilità ai neuroni di comunicare più velocemente data la loro vicinanza.
Durante la sua vita Einstein era solito minimizzare le sue capacità intellettive con frasi quali “Il contrasto tra quello che l’opinione pubblica pensa delle mie capacità e dei miei successi e la realtà è semplicemente grottesco”. In un’altra occasione disse “Non ho particolari talenti, sono solo appassionatamente curioso”. Tuttavia i risultati ottenuti e gli esiti degli studi sul suo cervello hanno indicato che possedeva realmente delle capacità mentali eccezionali.
Attualmente il quello che resta del suo cervello passa la maggior parte del tempo immerso in un contenitore presso l’ospedale di Trenton in New Jersey e senza dubbio sarà in grado di svelare altre importanti informazioni riguardo la struttura di una mente geniale.
“La cosa più bella che possiamo provare è il misterioso. E’ fonte di tutte le vere arti e scienze.”
Albert Einstein (1879-1955)
Artículo sumamente interesante. Definitivamente el cerebro humano representa el gran misterio para la ciencia. Es el órgano que se estudia a si mismo… ¡Eso resulta paradójico! Sin dudas, las investigaciones continuarán y seguirán dándonos grandes sorpresas y revelaciones.