Mangiare Pesce Crudo è Rischioso Per La Salute ?

Nel mese di Agosto un uomo di Chicago ha fatto causa ad un ristorante che gli ha servito del Salmone contaminato dal parassita Taenia solium (verme solitario), denunciando come il ristorante non avesse supervisionato il personale al fine di trattare correttamente il pesce e permettendo ai clienti di consumare cibo non sicuro.

Anche in Italia il consumo di pesce crudo è in aumento, utilizzato per esempio nella preparazione di Sushi e Sashimi; tuttavia i rischi per la salute sono rilevanti solamente se i ristoratori non rispettano le norme sanitarie: la legge prevede che i pesci consumati crudi devono essere lasciati nel congelatore per 24 ore a -18 gradi. Questo processo è fondamentale per l’uccisione di tutti i parassiti.

Chi ha l’abitudine di preparare il pesce crudo a casa propria deve quindi considerare che rischia di esporsi a diversi potenziali rischi per la salute; primo tra tutti l’Anisakidosi.

L’anisakis è un verme di circa 3 cm, che può infestare praticamente tutti i pesci ma che è presente nell’85% delle aringhe, nell’80% delle triglie e nel 70% dei merluzzi. Il vermetto provoca dolori addominali, diarrea, nausea, vomito, perforazioni dell’intestino e dello stomaco. Ovviamente in luogo del congelamento l’altra soluzione è la cottura. Il succo di limone o l’aceto non bastano ad uccidere i parassiti, occorre appunto la refrigerazione prolungata o il calore.

I sintomi si manifestano entro 7 giorni dall’ingerimento di cibi marini con la comparsa di dolori addominali, diarrea e febbre. Le larve possono anche penetrare nella parete gastrica o intestinale con formazione di lesioni ascessuali o più frequentemente granulomatose (forme croniche di anisakidosi), con emorragia, necrosi che possono condurre all’occlusione intestinale, sino alla perforazione dell’organo con peritonite.

La diagnosi di certezza di anisakidosi scatta con l’individuazione del parassita. Ma non è sempre facile. Molti casi si prestano a essere scambiati per altre patologie gastrointestinali: rettocolite ulcerosa, morbo di Crohn, neoplasia intestinale o anche appendicite acuta. Quando l’anisakidosi si presenta nella forma complicata, tale da causare una occlusione intestinale, è necessario l’intervento chirurgico.

“Non c’è da fare terrorismo”, avverte il professor Gidaro, direttore della prima clinica chirurgica dell’ospedale di Pescara. “Diciamo però che è come il fumo, è un problema di informazione: soltanto da un po’ si sta prendendo coscienza che le sigarette fanno male, così bisogna sapere che mangiare pesce crudo può spesso provocare guai seri”. “Ovvio che non tutti coloro che mangiano pesce crudo incorrono nei problemi capitati a tanti nostri pazienti (32 i casi rilevati tra Chieti e Pescara negli ultimi tre anni). Con questo voglio dire che non tutti sono costretti a operarsi d’urgenza però sono molto frequenti altre conseguenze, che spesso rimangono silenti. E’ il caso delle allergie al pesce o gli shock anafilattici che queste allergie sono in grado di provocare”.

E’ per questo che a Pescara si è costituita la Sisan, una società che si occuperà del problema dell’anisakis cercando di rilevarne l’incidenza con uno studio epidemiologico, e tentando di avviare una rigorosa campagna di prevenzione. “Qui bisogna subito sgomberare il campo da un equivoco”, prosegue Gidaro, “l’anisakis nel pesce c’è sempre stata, dunque non è un problema di inquinamento del mare. La differenza è che, diversamente dal passato, siamo più consapevoli dei danni che possiamo causare alla nostra salute quando mangiano pesce crudo senza prendere precauzioni”.

APPROFONDIMENTI e RISORSE ESTERNE

http://ilcentro.repubblica.it/dettaglio/Il-verme-del-pesce-crudo/1337203?edizione=EdRegionale

Gli Effetti dello Stress Cronico

Cefalee, disordini alimentari, disturbi del sonno, gastriti, coliti, stanchezza eccessiva, irritabilità, difficoltà di concentrazione, perdita di capelli tra le donne; lo stress viene riconosciuto come causa di queste e molte altre problematiche.

La natura ha dotato i nostri antenati preistorici di uno strumento che li aiutasse ad affrontare le minacce: un sistema di rapida attivazione che focalizza l’attenzione, accelera il battito cardiaco, dilata i vasi sanguigni e prepara i muscoli alla fuga o al combattimento. L’essere umano moderno è invece soggetto in maniera continua a stress ma di natura differente: traffico, scadenze, pagamenti, problemi lavorativi, litigi coniugali, inquinamento acustico ed altre pressioni considerate ormai come parte integrante della società. Molti organi nel nostro corpo vengono perciò stimolati da un flusso considerevole e continuo di segnali di allarme, inviati al fine di alzare il livello di attenzione, che possono danneggiarli e compromettere lo stato generale di salute.

Cosa succede nel cervello e nel corpo quando siamo sotto stress ? Quali organi vengono attivati ? Quando i segnali di allarme necessari per alzare il livello di attenzione iniziano a causare problemi ? Solo di recente sono stati formulati modelli coerenti di come lo stress cronico danneggi la salute, tuttavia le soluzioni atte ridimensionare il problema esistono.

Negli ultimi decenni la ricerca scientifica ha identificato molte parti del cervello e del corpo che vengono attivate in risposta ad una situazione di stress. Queste regioni analizzano i segnali sensoriali ed emotivi e comunicano con una vasta rete di nervi, organi, vasi sanguigni e muscoli, riposizionando le energie corporee al fine di affrontare e gestire la situazione.

Quando uno scenario fonte di stress si presenta, una piccola area al centro del cervello chiamata ipotalamo si occupa di gestire la situazione. Esso contiene diversi gruppi di neuroni, adibiti allo svolgimento di differenti compiti. Questi regolano il sonno e l’appetito, per esempio, e la concentrazione di alcuni importanti ormoni nel flusso sanguigno. Il gruppo di neuroni più importante è il nucleo paraventricolare (PVN), il quale ha il compito di secernere l’ormone di liberazione della corticotropina (CRH, da Corticotropin-Releasing Hormone), ed anche chiamato corticoliberina, un neurotrasmettitore che ha il compito di avviare una reazione in risposta alla situazione stressante.

L’ormone CRH è stato scoperto nel 1981 da Wylie Vale al Salk Institute for Biological Studies di San Diego e da allora è stato analizzato approfonditamente. E’ certo che il CRH controlli la reazione allo stress in due modi.

In primo luogo raggiunge gli organi attivando un’allerta neuro-ormonale (denominata anche “braccio-lungo”) ovvero un percorso dall’ipotalamo verso la ghiandola pituitaria (o ipofisi) del cervello e verso le ghiandole surrenali. Questo percorso è anche conosciuto come l’asse ipotalamico pituitario adrenale. Quando l’ormone CRH raggiunge l’ipofisi la stimola a rilasciare nel flusso sanguigno l’ormone adrenocorticotropico (ACTH). La prima conseguenza del rilascio dell’ormone ACTH nel sangue è l’attivazione delle ghiandole surrenali al fine di produrre e rilasciare ormoni glucocorticoidi. Solitamente il livello di questi ormoni nel sangue segue un ritmo preciso durante il giorno: elevato nel primo mattino e basso a fine giornata. Uno dei compiti più importanti è incrementare il glucosio nel sangue al fine di fornire energia per muscoli e nervi. Altri compiti importanti sono la regolazione del metabolismo glucidico e del ciclo sonno-veglia. Poichè questi ormoni regolano queste importanti funzioni il loro livello deve essere calibrato in maniera precisa, ecco perchè l’ipotalamo ha anche la possibilità di ridurne rapidamente il livello nel sangue.

L’ormone CRH fa si che i suoi effetti si manifestino anche tramite un percorso meno complesso denominato “braccio corto”. Una piccola ma importante regione nel cervello denominata  locus coeruleus situata  nel tronco encefalico, la zona dell’encefalo in prossimità del midollo spinale, ha in questo frangente una funzione paragonabile a quella delle stazioni di ritrasmissione (i cosiddetti ripetitori di segnale). Collega infatti l’ipotalamo con il sistema nervoso autonomo, il quale controlla tutti i processi fisiologici che avvengono indipendentemente dalla nostra volontà quali per esempio la respirazione, la regolazione della pressione sanguigna, la digestione e via dicendo.

Il sistema che regola la risposta allo stress ci permette di affrontare una situazione con maggiore efficienza ma quando lo stress quotidiano aumenta considerevolmente la sua stessa funzionalità può diventare inutilmente intensa e continua.

Tuttavia l’attivazione dello stato di allerta da parte dell’ipotalamo dovrebbe essere un evento straordinario, non la normalità. Quando la situazione di emergenza viene a cessare, il sistema di gestione dello stress deve essere rapidamente disattivato per permettere agli organi interessati di recuperare le energie. Ma quando le circostanze esterne stimolano continuamente la produzione di ormone CRH il corpo reagisce in continuazione senza aver modo di rilassarsi.
Questa sollecitazione continua rende il corpo più vulnerabile. Gli organi riproduttivi per esempio divengono meno efficienti. E’ stato appurato come le persone esposte a grandi sforzi fisici per vari anni risultino essere meno fertili. Il livello di testosterone negli uomini diminuisce, mentre il ciclo mestruale nelle donne diventa irregolare o perfino cessare. L’anoressia e digiuni prolungati hanno simili effetti dannosi sulla fertilità. In entrambi i casi il livello di CRH nel cervello va ad incrementarsi. I soggetti anoressici hanno livelli elevati degli  ormoni dello stress nel sangue e nelle urine anche nelle tarde ore del giorno, quando nelle persone sane i valori per tali ormoni risultano essere inferiori. Inoltre, quando le loro ipofisi vengono stimolate in via artificiale con dell’ormone CRH, i soggetti anoressici secernono minori quantità degli ormoni che regolano il sistema di risposta allo stress; ciò dimostra che il loro asse ipotalamico pituitario adrenale è già in una situazione di iperattività.
L’eccesso di CRH dovuto a situazioni di stress cronico riduce inoltre la secrezione di ormone della crescita, cosi come la concentrazione nel sangue delle sostanze che regolano l’effetto dell’ormone della crescita sugli organi. I bambini in situazioni di disagio e stress cronico crescono più lentamente. Negli adulti lo sviluppo di muscoli ed ossa, e la corretta funzionalità del metabolismo dei grassi sono ostacolati.
Uno dei principali effetti fisiologici dello stress coinvolge stomaco ed intestino. Quando l’asse ipotalamico pituitario adrenale è troppo attivo e contemporaneamente i livelli dell’ormone CRH nel cervello sono troppo alti, i segnali lungo il nervo vago vengono bloccati. Questo nervo ha come scopo principale quello di stimolare la produzione dell’acido gastrico e regolare i movimenti compiuti dallo stomaco e dall’intestino durante la fase della digestione (invia inoltre impulsi al cuore ed a vari muscoli motori).Altri studi recenti hanno scoperto che anche le vittime di violenze e di abusi sessuali, ovvero persone che hanno subito forti traumi psicologici con conseguenze a medio-lungo termine, soffrono spesso di disturbi della digestione. In questi soggetti, per la maggioranza giovani donne, l’asse ipotalamico pituitario adrenale è generalmente in stato di iperattività. Se questa condizione persiste per lungo tempo il metabolismo dei carboidrati muta. Il grasso corporeo si ridistribuisce: i depositi di grasso sottocutaneo si spostano verso l’addome; le cellule possono smettere di assorbire glucosio in risposta all’insulina, una condizione che può condurre il soggetto al diabete.
Una iperattività dell’asse ipotalamico pituitario adrenale può anche causare sintomi simili a quelli riscontrabili nelle malattie mentali. Infatti ricerche farmacologiche recenti hanno svelato elevati livelli di CRH hanno un ruolo importante nei casi di disordini mentali. Le persone depresse o predisposte ad attacchi di panico hanno generalmente livelli elevati di tale ormone nel sangue e nel liquido cerebrospinale.

Lo stress cronico fa male alla salute quindi, tuttavia lo stress non è tutto uguale. Una minima quantità di stress, chiamata anche stress positivo, è addirittura auspicabile in quanto ci tiene mentalmente e fisicamente pronti ed efficienti.
Ma allora quando la salute a rischio ?  Non esiste purtroppo una risposta valida per tutti. Non è facilmente quantificabile il livello di rumore sul posto di lavoro o il numero relazioni sentimentali naufragate che il nostro sistema di gestione dello stress può gestire senza alcuna conseguenza. Ciò che è certo è che prolungate condizioni di stress (definibili stress cronico) possono compromettere i nostri organi e la nostra salute.

CONSULENZA

L’articolo e’ stato redatto avvalendosi della consulenza della Psicologa Psicoterapeuta Dott.ssa Ernesta Zanotti

APPROFONDIMENTI e RISORSE ESTERNE

Scala dei Valori Stressanti (messa a punto dal Prof. T.H. Holmes e R.H. Rahe dell’Università di Washington nel 1967

PUNTI – EVENTI STRESSANTI

100 – Morte del Coniuge
73 – Divorzio
65 – Separazione fra Coniugi
63 – Carcerazione
63 – Morte di un familiare stretto
53 – Malattia o ferita
50 – Matrimonio
47 – Licenziamento
45 – Riconciliazione coniugale
45 – Pensionamento
44 – Malattia di un familiare
40 – Gravidanza
39 – Difficoltà sessuali
39 – Acquisizione di un nuovo membro della famiglia
39 – Riassesto negli affari
38 – Mutamento delle condizioni finanziarie
37 – Morte di un amico stretto
36 – Cambiamento di lavoro
35 – Aumento di conflittualità con coniuge
31 – Accensione di mutuo dall’importo considerevole
30 – Preclusione di mutuo o di un prestito
29 – Mutamento di responsabilità sul lavoro
29 – Abbandono della casa di un figlio
29 – Disaccordo con i parenti
28 – Rilevante successo personale
26 – Moglie inizia o cessa un lavoro
26 – Inizio o fine percorso scolastico
25 – Cambiamenti nelle condizioni di vita
24 – Correzioni delle prime abitudini di vita
23 – Fastidi con un superiore
20 – Mutamenti di orario e condizioni di lavoro

Luoghi Comuni e Miti da Sfatare in Campo Medico

Uno studio pubblicato nel Dicembre 2007 sul “British Medical Journal” condotto da 2 medici statunitensi, ha avuto come obiettivo quello di analizzare ed eventualmente affermare la veridicità o l’inesattezza di alcuni “miti” diffusi tra la gente.
I risultati sono stati chiari e precisi, e hanno dato ragione al professor Aaron Carroll, assistente di pediatria al Regenstrief Institute di Indianapolis e alla ricercatrice Rachel Vreeman, che si occupa di salute del bambino alla Indiana University School of Medicine, da sempre convinti che la disinformazione sia fonte di molti problemi di salute.

Eccone una breve sintesi:

BERE OTTO BICCHIERI D’ACQUA AL GIORNO – E’ un consiglio molto diffuso negli Stati Uniti, ed avrebbe lo scopo di tenere l’organismo idratato e di scongiurare la stipsi. In realtà non c’è alcuna evidenza scientifica dietro questa affermazione. Per mantenere il corpo ben idratato, in condizioni normali di temperatura e di sforzo, basta bere normalmente e non farsi mancare frutta e verdura. Se poi si vogliono dei segnali dal proprio organismo circa necessità di liquidi è sufficiente guardare il colore delle urine (se diventa scuro meglio bere di più) e non ignorare lo stimolo della sete.

PULIRSI L’ORECCHIO CON I “BASTONCINI” – Molti ritengono che per tenere il canale auricolare libero da cerume sia necessario utilizzare gli appositi “bastoncini” dotati di estremità di cotone. Niente di più sbagliato. Facendo così si corre il rischio di spingere il cerume all’interno ma soprattutto di comprimerlo ancora di più. Se poi si utilizza la procedura con i bambini si rischia anche di danneggiare il timpano. Per liberarsi dal cerume ci sono prodotti appositi oppure è possibile rivolgersi ad un otorinolaringoiatra. I bastoncini sono invece consigliati per la pulizia dell’ombelico.

LEGGERE A LUCI BASSE ROVINA LA VISTA Tentando di leggere in condizioni di scarsa illuminazione è possibile provare un senso di affaticamento alla vista o problemi di messa a fuoco, ma questi sintomi non hanno effetti negativi permanenti. La teoria secondo la quale leggere nella penombra causa miopia è infondata. Si consideri per esempio che la percentuale di persone miopi è aumentata nell’ultimo secolo rispetto ai periodi in cui l’umanità utilizzava le candele o le lampade ad olio per illuminare le proprie case.

TAGLIARSI I PELI LI FA CRESCERE PIU’ GROSSI E PIU’ IN FRETTA – E’ uno dei miti più duri a morire. Uno studio ha smentito questa credenza già 80 anni fa, ma non è bastato. Il fatto che un pelo sembri ricrescere più “robusto” dopo essere stato tagliato dipende solo dal fatto che è più scuro di quello reciso perché non è stato ancora esposto alla luce. E se sembra più alto è perché non è stato ancora schiacciato da nulla. Chissà quante volte le ragazze si sono rifiutate di usare il rasoio, la famosa “lametta”, per il terrore di veder poi crescere la “barba” sulle gambe, e si sono sottoposte a costosi trattamenti a base di ceretta.
La rasatura invece, secondo gli studi dei ricercatori americani, non avrebbe alcun affetto sullo spessore e la frequenza della ricrescita.

“NATURALE” E’ PIU’ SICURO – La maggior parte delle medicine deriva da prodotti naturali, quindi piante e erbe hanno poteri terapeutici. Ma molto piante ed erbe contengono anche potenti veleni e tossine. Il lavoro di ricerca svolto dai chimici serve proprio a depurare i principi utili da quelli dannosi ed a concentrarli. L’unica cosa che può garantire la sicurezza sono studi clinici seri e controllati, non la “naturalezza”.

L’ESSERE UMANO UTILIZZA SOLO IL DIECI PER CENTO DEL PROPRIO CERVELLO. Questa “leggenda medica” si è diffusa intorno al 1907 e non è stata originata, come si pensava, da Albert Einstein. Oggi la neuroscienza si è evoluta molto rispetto ad un secolo fa ed è certo che non esistano aree del cervello che restano costantemente inutilizzate.

CAPELLI E UNGHIE CONTINUANO A CRESCERE DOPO IL DECESSO: Questa scioccante quanto insolita affermazione è “pura fantasia” secondo quanto dichiarato dal medico forense William Maples. Tuttavia la disidratazione del corpo dopo la morte può causare un ritiro della pelle che mette maggiormente in evidenza unghie e capelli, dando l’illusione che non abbiano smesso di crescere.

ASPETTARE PIU’ TEMPO POSSIBILE PRIMA DI PRENDERE DEI MEDICINALI ANTIDOLORIFICI – Se si ha, per esempio, un serio mal di testa è meglio prendere un analgesico il prima possibile: non si soffre inutilmente e la pillola risulta più efficace.

NON FARE IL BAGNO DOPO MANGIATO – Dopo mangiato il sangue viene attratto verso stomaco e intestino, che devono svolgere le funzioni necessarie per la digestione del pasto. Quindi ne rimane a disposizione meno per i muscoli e per il resto dell’organismo. Se si svolge un’attività fisica intensa dopo mangiato si verifica quindi una “competizione” fra apparato digerente e muscoli che “si contendono” il sangue. Questo può comportare una difficoltà a digerire o una particolare stanchezza, che può portare in qualche caso allo svenimento per “furto di sangue” al cervello. Se ciò accade in acqua è chiaro che i rischi sono alti, perché si rischia l’annegamento, ma un conto è fare un bagno in mare, in acqua fredda dopo mangiato, oppure fare una partita di tennis sotto il sole dopo mangiato, discorso diverso è il concedersi un bagno in acqua calda o tiepida in una piscina dove si tocca o nella vasca del bagno di casa. E’ evidente che il rischio è completamente diverso.

I TELEFONI CELLULARI SONO PERICOLOSI NEGLI OSPEDALI: L’ultimo dei “falsi miti” è quello della dannosità dei telefoni cellulari sulle apparecchiature mediche degli ospedali. Nonostante i timori diffusi, gli studi hanno riscontrato interferenze minime se non nulle con l’equipaggiamento medico. Al contrario, è stato evidenziato come l’utilizzo di telefoni mobili da parte dei dottori è da associare ad un ridotto rischio di errore medico causato dalla eventuale lentezza nel trasmettere una comunicazione urgente.

APPROFONDIMENTI e RISORSE ESTERNE

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