Fin dall’infanzia ci è stato insegnato che il corpo umano possiede 5 sensi che sicuramente tutti conoscete (vista, udito, tatto, gusto, odorato). Questo elenco è rimasto immutato dal tempo di Aristotele. esiste poi il cosi definito “sesto senso” che per molte persone può riferirsi ad una percezione fuori dalla sfera scientifica o semplicemente ad un senso di cui gli essere umani non dispongono (al di la del detto culturale o di particolari credenze).
Tuttavia, se provate a chiedere ad un neurologo di quanti sensi dispone il corpo umano, potreste rimanere sorpresi dalla risposta. Molti specialisti identificano 9 o più sensi, altri ne classificano addirittura 21. La prima categoria di sensi è quella dei sensi speciali che includono i già noti vista, udito, gusto e odorato. La seconda categoria è composta dai sensi somatici, che di solito vengono raggruppati in massa con il senso del “tatto”, inclusi il nostro senso della pressione, calore e dolore. La terza categoria invece non è ancora ben conosciuta e comprende i sensi introspettivi, ovvero quelli che hanno a che fare con informazioni che si provengono dall’interno stesso del corpo.
E’ abbastanza ovvio cosa possa succedere ad una persona quando un senso viene a mancare; possiamo immaginare cosa può voler dire perdere la vista o l’udito, la sensibilità (il tatto) o l’olfatto (perdita che accompagna di solito un forte raffreddore).
Ma cosa succede quando il corpo perde la consapevolezza di se stesso ?
I sensi definiti “introspettivi” sono raggruppati in varie configurazioni, ma di base sono 3.
L’equilibrio è il senso dell’allineamento del corpo. Questo senso aiuta per esempio i vegetali a crescere in verticale indipendentemente dalla pendenza del terreno e consente agli animali di collocarsi nelle tre dimensioni (pensate per esempio come un gatto riesca a cadere sempre sulle zampe)
Il senso organico è quello che allerta il corpo riguardo alle sue condizioni interne, e vi permette per esempio di capire che siete affamati o assetati.
Il terzo senso introspettivo è definito come Propriocezione. Semplificando si può definirla come la capacità del cervello di conoscere la posizione delle parti del corpo. Per capire questo senso, chiudete gli occhi ed estendete la vostra mano in una direzione casuale. Ora identificatene mentalmente l’esatta posizione dopodiché aprite gli occhi. Sappiate che il cervello potrà identificare la posizione della vostra mano, anche se nessuno dei 5 sensi “classici” potesse rilevarla.
La perdita del senso della Propriocezione è conosciuta con diversi nomi: Sindrome di Sack e Deficit della Propriocezione sono titoli differenti per la stessa malattia, ovvero l’incapacità del corpo di essere consapevole di se stesso. Essendo un disturbo raro non è facile stabilire quali siano i primi sintomi anche se pare chiaro che siano legati alla perdita di coordinazione fino ad arrivare alla totale mancanza di propriocezione. A questo punto la persona prova una sensazione di totale dissociazione tra mente e corpo proprio come se questi fossero separati ed indipendenti.
Il neurologo e scrittore Oliver Sack (omonimo della Sindrome, già autore di “Risvegli”), ha descritto nel libro “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello” la storia di una paziente definita “La Disincarnata“. Questa donna, nell’arco di pochi giorni, passò da uno stato di piena salute ad uno nel quale era totalmente priva della consapevolezza del proprio corpo.
Le conseguenze di questo disturbo sono gravi, basti pensare alle varie semplici attività che richiedono l’utilizzo di questo senso durante il giorno. Se per esempio mentre portate la borsa della spesa verso l’automobile e vi cadono le chiavi, le vostre gambe non si piegheranno facilmente perché non avete pieno controllo su di loro, ciò che tenete nell’altra mano cadrà improvvisamente nel momento in cui smettete di concentrarvi su tale attività, la vostra mascella si aprirà nel momento in cui non starete più pensando a tenere la bocca serrata.
Al momento non esiste una cura per questa Sindrome. Come in ogni altra persona sottoposte a deprivazione sensoriale, le persone affette da deficit della propriocezione tendono a sostituire questa percezione con un altro senso. La paziente di Oliver Sack sostituì la propriocezione con la vista. Poiché non era più in grado di stabilire dove si trovassero le proprie parti del corpo, creò tale consapevolezza guardandosi. Se voleva afferrare una tazza di caffè doveva osservare attentamente la propria mano finché non aveva sorseggiato e posato di nuovo la tazza al sicuro. Se voleva camminare nella stanza, era necessario che guardasse attentamente i propri arti inferiori.
Ogni movimento va quindi attentamente analizzato e messo in atto, non è più possibile affidare al corpo semplici attività come il camminare o il sedersi. Inoltre i movimenti non appaiono per nulla naturali, è come se la mente comandasse una marionetta. Aprire una porta diventa un complicato processo di allungamento del braccio, contrazione delle dita, rotazione del polso, contrazione del braccio, e così via.
Inoltre le parti del corpo non direttamente oggetto di attenzione divengono totalmente prive di controllo.
Fortunatamente la Sindrome di Sack è molto rara, non contagiosa e non trasmissibile geneticamente. A differenza di molti altri disturbi, le statistiche suggeriscono che siano più colpite le persone con maggior grado di istruzione. E’ per questo che si ipotizza che tra le cause ci possano essere motivi psicologici. Ciò che è certo è che questo disturbo mette in evidenza funzioni della mente umana che sono ad oggi ancora poco conosciute.
APPROFONDIMENTI e RISORSE ESTERNE
la meditazione aiuta a ritrovare se stessi….aiuta a liberare la mente e di solito a tal proposito si potrebbe considerare il fatto che le perone più istruite tendano a pensare di più per il semplice fatto che per esser istruite hanno nel loro passato studiato e quindi maggiormente “allenato” il loro raziocinio….perciò magari abituati maggiormente ad applicare questo raziocinio anche nel loro quotidiano….si può definire come una malattia neuronale degenerativa….a tal proposito, al fine di avere un risultato statistico più ristretto e quindi più esatto, consiglierei al vedere lo stato di istruzione delle persone anche il loro gruppo sanguigno (di solito di malattie degenerative, ne sono più soggetti i B +)….e di solito aggiungo che soggetti scarsi per un senso abbiano un altro (senso) invece più sviluppato, si potrebbe analizzare anche ciò…